Posto riservato nel cuore del maestro Gustav Kuhn

Non è questione di presunzione, né un’ipotesi, è un dato di fatto: parole sue, quasi si potrebbero utilizzare le virgolette per citarlo. Se non lo faccio è perché queste parole le ha pronunciate durante la cena di sabato 12 maggio, asciugandosi delle finte lacrime con un tovagliolo. Tutto ciò, capirete, denota una forte dose di ironia, ma, in un modo o nell’altro, è certo che gli piacciamo e ancora non riesco a capacitarmi del perché.

Il primo fattore da prendere in considerazione sono le nostre qualità tecnicomusicali. Consapevoli di non essere il primo gruppo vocale che arriva alle orecchie del maestro e soprattutto, sicuri di non poter eguagliare le capacità di un coro professionale, ciò su cui puntiamo è la musicalità: cantare per stare bene e far star bene cantando, contando sull’intesa del gruppo. Se siamo riusciti a catturare la sua attenzione è grazie alla nostra voglia di trasmettere attraverso la musica, la tecnica non può che migliorare con il suo ausilio. Durante il concerto, il maestro ha definito l’accademia come un luogo nel quale si ritrovano artisti tanto talentuosi quanto complessi. Il significato preciso ci è ancora poco chiaro, forse presto lo scopriremo…

Il secondo fattore da considerare è la posizione del nostro gruppo vocale. Gli Stereo-Tipi, come ben sapete, nascono e crescono all’interno della scuola di musica di Borgo a Mozzano e l’area di attività è legata al territorio, alla Lucchesia e alla Garfagnana. Per cercare di rendere al meglio questo punto, immaginiamoci la diatriba fra giacca e cravatta / jeans e T-shirt.  Sembrerà un semplificazione fin troppo banale, ma in realtà la riflessione è nata proprio da ciò: l’interno del gruppo è molto vario, ci sono giacche, cravatte, jeans e T-shirt, c’è a chi la cravatta proprio non piace, c’è a chi la giacca sta proprio bene e c’è chi porta la camicia sopra i jeans (poi c’è anche chi porta i sandali con i calzini…).

Questo è solo un modo per stilizzare una sorta di dialettica fra forma e contenuto che, soprattutto frequentando l’accademia, si è mostrata. Montegral è un gran bel risultato per noi, e tutti ne siamo orgogliosi, poiché, anche se appartenente al nostro territorio, apre a spazi molto più vasti e lontani. È alto, dominante su tutta la valle, le colonne slanciano la facciata della chiesa, è bianco, è la forma. Possono dei sandali con calzini, competere con tutto questo? Il fatto è che noi non siamo né giacche e cravatte, né sandali e calzini, e forse, è proprio questa compenetrazione di forma e contenuto, è questa posizione in bilico sul confine fra le due che ha brillato agli occhi di Gustav Kuhn.

Senza dubbio, dal mio punto di vista, ciò che prevale in noi non può che essere il contenuto, e la dialettica a volte si trasforma in uno scontro: questo perché spesso la camicia mi sta troppo stretta. Ciò che conta però è l’entusiasmo che esperienze come queste ci regalano e la possibilità di trasformarlo nel canto.

-Joe